Per quanto tempo ancora intendete comportarvi in questo modo? Per quanto ancora manterrete questo atteggiamento infantile?
Non vedete che la persona contro cui state andando contro, invece di sentirsi sminuita, si sta animando di una nuova sicurezza? Credete che io non sappia chi vi guida, cosa fece, quando successe, che intenzioni abbia lei, e che intenzioni abbiate voi?
Oh, sembrano passati millenni da quando eravamo la quinta B, perfetta, unita, sincera. O forse, sincera non è stata mai?
Sono stata tratta in inganno dai vostri visi angelici?
O crescendo, invece di maturare, state regredendo?
Sarà forse stata l’influenza della classe orrenda a cui siamo stati attaccati? Quei soggetti bigotti, ipocriti, dalla personalità deprecabile e quanto mai infima vi hanno corrotto, patres costripti, voi che sembravate così puri?
Per quanto ancora intendete comportarvi in modo patetico e meschino, servile, convincendomi d’essere ben più matura di quanto effettivamente io sia? Perché farmi peccare d’arroganza?
Trascinarmi al vostro livello?
Già, perché a voi, appena danno un minimo di responsabilità, di autorità, ve ne ubriacate, vi serpeggia nelle vene, s’instilla nel vostro ego, ed effettivamente vi fa illudere d’essere superiori, d’esser maestri, di dover insegnare a me.
Di dover insegnare a me.
A me.
Permettetemi di ridere, carissimi, e di chiedervi se preferite che io vi tratti con rigida arroganza o con cordiale condiscendenza che si usa con gl’inferiori.
Perché se dovessi usare il primo modo, forse dovrei richiamare dalle altre aule qualche vecchia barba, di quelle terribili, che non si dispiaceranno di non assistere alla vostra condotta.
Essi, vedendovi, direbbero:
– Signori, cosa avete contro una compagna di classe che non conoscete? Come credete di poterla giudicare senza sentire le sue ragioni? Le siete forse superiori? Siete professori, per pretendere di rimetterla a posto e di dettarle legge? Come mai la temete così tanto da spalleggiare un’insegnante ben poco professionale, come se foste suo pari, e non studenti quali siete? Per questo vi abbiamo dato i consigli di classe, per pugnalarvi a vicenda? Per questo pretendiamo di essere ascoltati dai professori, per far notare le altrui mancanze?
Così, come vi dico, direbbero, e di sicuro a loro darebbero ragione anche molte persone che voi, in modo umile e sottomesso, adorate come superiore.
Per questo io vi chiedo, carissimi, di desistere nelle vostre maldicenze, e di occuparvi delle vostre famiglie, dei vostri compiti in classe, dei vostri debiti, perché io mi occuperò dei miei.
In caso contrario, temo sarò costretta a prendere provvedimenti per voi umilianti e spiacevoli.